da Alessandro Ceratti
Potete immaginare, se mi conoscete soltanto un po’, quanto “apprezzi” le manifestazioni gestuali del giocatore Di Canio. Però io credo che questo sia un ottimo caso per dare manifestazione della propria tolleranza. Non si tratta di confrontare il saluto romano con il pugno chiuso comunista e ricordare che il partito comunista in Italia è legale e quello fascista no. La questione è che c’è una persona che ha delle idee e quelle idee decide di esprimerle. Di Canio mi preoccupa per le idee che ha, non per il fatto che abbia deciso di manifestarle allo stadio. Qual è il torto di Di Canio? Quello di avere avuto il coraggio di prendere posizione, di non nascondere le sue opinioni e continuare tranquillamente e conformisticamente a fare i fatti suoi? Quello di non essere stato zitto e buono e tutt’al più a lamentarsi dell’arbitro? Perché dobbiamo comportarci in maniera tale da far pentire amaramente qualcuno che per una volta decide di non essere meschino e opportunista? Critichiamo Di Canio, che certo non merita elogi, ma non invochiamo nessun tipo di sanzioni contro di lui.
Nessun commento.
Commenti chiusi.