da Alessandro Ceratti
In Gran Bretagna esplode un’altra raffineria, la più grande del paese. Il botto si è sentito persino in Olanda. Attentato? Incidente? Chi lo sa? E non lo sapremo mai, perché la notizia è passata istantaneamente nel dimenticatoio. Senza passare neppure dalla prima pagina, il Corriere di ieri (12 dicembre) la ospita direttamente a pagina 18. In un momento di isteria collettiva sulle possibili ricadute sulla salute di questo o quello (l’amainto, l’uranio che si estrarrebbe insieme ai detriti degli eventuali tunnel) vanno in fiamme 10 milioni di tonnellate di petrolio (a quanti giorni di traffico corrispondono?) creando una nube acida “a bassa tossicità” e nessuno inarca neppure il soppracciglio. Insomma è esplosa la raffineria pù grande del regno, è esplosa qualche tempo fa in Texas quella più grande degli USA, un po’ prima è esplosa un grande raffineria a New York. E’ esplosa un industria chimica a Tolosa. Quanti incidenti! Io non ci credo, non ci credo soprattutto perché di questi episodi non c’è stata la necessaria copertura di informazione. E’ evidente il disegno di insabbiare tutto.
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