da Leonardo Poggi, Genova
Arrivo un po’ tardi sulla discussione sull’aborto, ma vorrei comunque dire la mia. Ho letto con interesse il post di Anna Mantero, davvero molto bello, se si puo’ dire “bello” di un racconto che descrive un tale dolore vissuto sul serio, e non una creazione letteraria. Sono però le considerazioni che derivano da questa lettura a suscitarmi qualche interrogativo. Mi pare che, per chi è convinto sostenitore della 194, racconti del genere rappresentino la conferma della correttezza della legge, tipo: abortire non è una passeggiata di salute, anzi una donna che decide di avvalersi della 194 prova comunque un enorme dolore, quindi la legge va bene così com’è. ??? E perchè invece non vederla in un altro modo: perché non considerare sbagliata una legge proprio perché consente a una donna (anzi, spesso a una ragazza, giovane, inesperta, smarrita etc) di provare un dolore del genere? (…)
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