da Luca Serpieri
Non sono avvocato e quindi non saprei neppure citare gli articoli che invece ha così puntualmente individuato. Cercavo semplicemente di dire che, giusto o sbagliato, una certa regolamentazione di come si va in giro vestiti c’è e queste norme sono precedenti alla recente immigrazione straniera. Per qualche motivo psicologico gli uomini si lasciano molto influenzare dall’abbigliamento delle persone. In quanto alla mia xenofobia si sbaglia. Io credo di essere anzi xenofilo: mi piace sentire sull’autobus qualcuno parlare inglese, oppure qualcuna delle lingue esotiche degli immigrati che mi diverto a cercare di riconoscere. Se vedo qualche africano con le sue palandrane coloratissime me lo rimiro con gusto, se incrocio un ebreo chassidim con i suoi riccioloni vado in visibilio. Però con le donne arabe velate no: mi riesce sgradevole. Non saprei dire perché, ma non può essere xenofobia perché altrimenti accadrebbe anche negli altri casi. Io credo che questa mia emozione abbia in qualche modo attinenza con il fatto che quell’abbigliamento è una contromisura sessuale, un modo di reprimere le donne.
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