di Anna Mantero
Lungi da me aver scritto il post sulla mia esperienza di aborto per suscitare compassione, lacrime, pietà, avvilimento o tristezza. Non ho mai cercato la pietà di nessuna e convivo benissimo con il mio trauma. Ho scritto quel post per puro scopo informativo. Spesso si parla di aborto senza (soggetto: uomini e donne) sapere che cosa sia in termini, se si può dire, tecnico-medici. Si ignora a quante visite ginecologiche, psicologiche e mediche una donna debba essere sottoposta; a quante domande sulla propria vita privata e sessuale bisogna rispondere. Esistono, poi, casi in cui un aborto non è altro che una questione di routine: tale era per l’altra mia compagna di stanza. Una bella donna sui 35 anni con marito simpatico, premuroso e gentile (quello che mi ha portato la tazza di the), secondo la quale “per me ormai è diventata quasi un’abitudine abortire. Non è la prima volta e poi domani devo partire per le Fiji e un figlio adesso no proprio no, per carità!”. Ecco: esistono donne che si portano sul groppone il fardello dell’aborto per tutta la vita e quelle per le quali è solamente un’operazione chirurgica di routine. C’è sempre un rovescio della medaglia, anche in una cosa brutta come l’aborto. Comunque concordo con il signor Tassinari. Per fare un figlio ci vuole amore e sarebbe preferibile essere in due. Non vedo perchè quando c’è un uomo che vuole prendersi le proprie responsabilità (e non solo in senso economico,anzi) per aver messo al mondo un figlio, negargli questo diritto. In fondo il figlio è anche suo e se noi donne possediamo un utero e portiamo un bimbo in grembo per nove mesi, non siamo ancora in grado di autoriprodurci, come le amebe (questa è un’autentica tristezza). Pretendiamo che gli uomini rispettino i nostri diritti però dovremo rispettare anche i loro quando esiste la possibilità di farlo. E poi, sinceramente, chi è che vuole fare un figlio in provetta, o con un utero artificiale, o autoriproducendosi o che so io e per giunta da sola? Signor Ceratti, lei è proprio un simpatico provocatore!
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