da Vittorio Grondona – Bologna
Il trash televisivo ci ha ormai abituati al televoto. I teleguidati vi aderiscono allegramente non sempre consapevoli di pagare molto cara quella stupida opportunità. Poi, magari prendendosela con Wanna Marchi, coi maghi, con le televendite, corrono a piangere a Mi Manda Raitre. Prendiamo per esempio il biglietto della lotteria annuale del 6 gennaio, nata in origine per lasciare opportunamente l’esito unicamente alla sorte. Oggi la sorte bisogna concretamente aiutarla, come nel gioco delle tre carte. Gratta qui e telefona al…, gratta anche qui e telefona al …. Puoi farlo perfino due volte, pensa che fortuna, la telefonata ti costa solo un euro, IVA compresa. Il bello è che se non telefoni non puoi partecipare ai premi intermedi e quando telefoni c’è dall’altra parte una vocina che immediatamente alla formazione dell’ultimo numero ti dice che non sei stato fortunato. E intanto il tuo euro ha preso il volo verso le tasche dei mangiastupidi e rimani lì nel dubbio se sbattere il telefono in terra o abbozzare un sorrisetto di commiserazione per te stesso. (…)
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