dA Silvia Palombi
Fa male, stucca e fa uscire dalla grazia di dio trovare nei discorsi di tanti cattolici il tono cinico che leggo nel commento di Ceratti sull’aborto. Non tocco l’eterna diatriba su quando un agglomerato di cellule diventa un individuo, non ne usciremmo vivi e il blog non e’ la terrazza di casa nostra. Voglio solo dire due cose: per voi l’individuo donna che decide di abortire (per motivi eventualmente criticabili ma validissimi per lei) perche’ non si sente in grado di sostenere una maternita’, non conta niente? Difendete con le unghie e i denti un feto, ma la madre? E come si permette Ceratti anche solo di pensare che una donna possa abortire “con la massima leggerezza come gli pare” o che “usi pure l’aborto come metodo contraccettivo”. USINO? Ma lei davvero crede che una donna, per quanto distante dal suo ideale, possa scegliere di “usare” l’aborto, difficile e traumatizzante comunque, invece che il diaframma, la spirale, la pillola, o di convincere il suo compagno a infilarsi un preservativo? Alle parole come le sue, lento e inesorabile mi sale il fottone e con esso il forte desiderio che certe esperienze poteste provarle anche voi, allora forse capireste. Ma non ne sono sicura.
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