da Barbara Melotti
Non volevo rispondere a Granata, tantomeno a Ceratti, ma dopo aver letto Tassinari, mi rendo conto che forse una precisazione la devo, anche se francamente credevo fosse lampante. Avvilente non è affatto la maternità, è doverne disquisire con chi si ritiene in grado di ergersi a giudice delle tue scelte e ancor prima delle tue intenzioni, della tua “moralità” e del tuo “senso sociale”. La maternità è naturale, caro Granata: un miracolo sembra a lei, che la vede e non la vive. E la natura non è che sia gentile e non fa sconti. Avvilente è invece che mettere in piazza il proprio dolore, come fa Anna Mantero (e sia chiaro che non biasimo lei), serva ad ottenere la “commozione” di Ceratti. Della quale, io personalmente, non saprei che fare. Caro Tassinari, è proprio perchè io ho già “staccato la spina” con la parte fertile della mia vita di donna, che posso finalmente parlar chiaro. L’argomento è crudo e sturbante? E come crede che siano tante disquisizioni etiche tutte sulla nostra pelle?
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