da Gianluca Freda
Quel che lei e Goldoni provate per le donne velate, Serpieri, non ha nulla a che fare col comune senso del pudore. Non è comune, per fortuna, e il pudore è un’altra cosa. Nessuna interpretazione dottrinaria degli artt. 527-529 cod. pen. attribuisce al comune senso del pudore il significato che intende lei, né potrebbe farlo senza violare il dettato costituzionale. La vostra si chiama semplicemente “xenofobia”, cioè, in senso etimologico, “paura della diversità”. Essa non solo non è tutelata da alcuna legge, ma è da considerarsi l’unico vero oltraggio al pudore possibile in una democrazia.
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