da Gianluca Freda
“Le masse diventano tali quando gli individui smettono di ragionare in proprio”. Se così fosse, caro Brighenti, staremmo oggi assistendo al trionfo delle masse sull’individuo. E’ difficile infatti ricordare un altro periodo storico in cui l’omologazione del pensiero abbia raggiunto livelli così assoluti. Invece ciò che definisce una massa non è l’abiura al pensiero indipendente – che può esserci oppure no – ma l’unità d’azione. Una massa è fatta di persone che agiscono insieme per un obiettivo comune. Tale obiettivo può essere indicato da un leader carismatico, il che, mi rendo conto, ha i suoi rischi, anche se al mondo non sono esistiti solo Hitler e Stalin, ma anche Gandhi e Peron; oppure può essere identificato autonomamente da una moltitudine di individui divenuti consapevoli di avere interessi in comune, che diventano così una classe sociale con relativa coscienza di classe. Le masse ingaggiano, in entrambi i casi, battaglie grandiose che possono essere vinte eroicamente o perse disastrosamente. Ma tutto è meglio dell’individualismo, che segna sempre il declino di una società: squallido, morboso, doloroso, orribile a vedersi.
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