di Matteo Tassinari
Umanista acido. Cinico esibizionista. Monetizza le sue asprezze: “Il giorno del suicidio di mio figlio, mi sono preparato delle ottime uova al pomodoro” dichiarò. Si rischia, a scriverlo, di apparire retrò e patetici. Ma di fronte ad un “caso” come quello di Michael Houellebecq è impossibile rimanere neutrali. Chi lo considera il nuovo Louis Ferdinand Celìne, chi lo definisce un petardo bagnato. A complicare le cose c’è che non sono più gli scrittori e i libri a creare il “caso”, ma viceversa. Credo servano ben altre prove prima di trasformare uno degli scrittori più interessanti degli ultimi anni nel Celìne dei nostri tempi. Posso sbagliare. Ma se così non fosse, vorrebbe dire che questi nostri tempi sono ancora peggio di come Houellebecq li rappresenta.
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