da Giorgio Goldoni
Stiamo assistendo ad un trasferimento di ricchezza di proporzioni storiche dalle economie occidentali ai paesi produttori di petrolio. Ciò non giova sicuramente alla lotta contro il fondamentalismo islamico e le sue implicazioni terroristiche. L’equilibrio tra domanda e produzione è così delicato che bastano incidenti anche lievi per causare l’ennesimo aumento nel costo di un barile di petrolio. Negli ultimi tempi il fondamentalismo islamico e il suo braccio jihadista hanno compiuto circa 300 attacchi a oleodotti e raffinerie , oltre che in Iraq , in Cecenia, Pakistan, India, Russia, Azerbadjian e Nigeria. Questo sabotaggio sistematico ha dato come risultato una mancanza cronica giornaliera di circa un milione di barili. Se essi avessero raggiunto il mercato , saremmo ancora ad un costo di circa 40 dollari al barile. Questo sabotaggio è in definitiva per il terrorismo il migliore modo per danneggiare l’economia occidentale nel suo insieme.
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