di Marco Travaglio (da l’Unità del 27 novembre 2005)
È iniziata subito la «colossale operazione verità» annunciata l’altroieri dal Cavalier Ossimoro in quel di Messina. Dopo aver denunciato la vergognosa intervista «di una giornalista di Rai3 a Cofferati» (era Mannoni con Epifani), il presidente del Consiglio ha voluto fiaccare le speranze degli avversari, ma soprattutto degli alleati, sull’auspicato incedere del tempo: «Il dottor Scapagnini assicura che sono 25 anni più giovane della mia età reale. Ve lo consiglio, non costa neppure tanto perché ha uno spirito missionario e dà via certe pillole che sono magiche». Ora, per carità, tutto può essere: ma lo stesso Scapagnini, quando sotto l’effetto delle medesime pillole svelò al Corriere che «Berlusconi è tecnicamente quasi immortale», sostenne di avergli scalato 12 anni. Non 25. Impossibile sapere chi abbia ragione, fra il medico e il paziente, anche perché si stenta a distinguerli: entrambi parrebbero molto bisognosi di cure. Se ha ragione il medico, il premier ha mentito addirittura su una menzogna altrui: una balla al quadrato. Se invece ha ragione lui, se ne deduce che ha appena compiuto 45 anni, e non 69. Lui vive ancora nel 1980 (il che spiega fra l’altro l’insistenza sul pericolo comunista). Il Tribunale di Milano segue gli sviluppi con ansiosa attenzione: la retrodatazione del Cavaliere potrebbe valere anche per il calcolo della prescrizione dei suoi reati, con tanti saluti alla Salvapreviti.
Certo, a dar retta alla chioma, Bellachioma di anni parrebbe averne non più di 12. È tutta una questione di nuances. Anni fa i pochi peli superflui che ornavano la capa presidenziale pre-trapianto denotavano sfumature giallo paglierino. Poi l’ancor rada peluria volse a un più credibile marron scuro, tipo mogano. Caduta la bandana dopo il trattamento tricologico, la rigogliosa criniera si presentò di un rosso intenso, tipo tramonto sul Bosforo (infatti trapelò, è il caso di dirlo, l’indiscrezione che il donatore di bulbi fosse la sorella Maria Antonietta, l’unica rossa in famiglia). Ultimamente si è passati a un impeccabile nero melanzana, che fra l’altro si porta su tutto. Specialmente su Rauti. Resta da capire come avvengano queste repentine metamorfosi del Cavalier Multicolor. L’ipotesi più accreditata è che la corte dei miracolati si sia arricchita di un maestro pittore che ogni sera, basco in testa e tavolozza in mano, s’ispira al crepuscolo di Arcore e gli dà una pennellata.
Anche per questo i comizi del Cavalier Melanzana si stanno trasformando in grandi gag di avanspettacolo e vengono presi d’assalto da chi vuol farsi quattro risate. L’altro giorno, quando ha scoperto la targa dedicata a Don Sturzo proclamandosene l’erede universale, han dovuto transennare Via del Plebiscito. S’era sparsa la voce che fosse per Don Lurio, o per Don Backy o per Don Bairo l’Uvamaro. Alcuni fra i più devoti si aspettavano l’intervento dello stesso Don Sturzo, accompagnato da papà Cervi e da Romolo e Remolo. Ma all’ultimo momento l’anziano sacerdote ha declinato l’invito per una lieve indisposizione.
«La sinistra vorrebbe tanto ricoverarmi», ha detto Bellachioma in un raro sprazzo di lucidità, visitando un ospedale. Ma poi l’han lasciato uscire. E lui ha ricominciato da par suo, elencando almeno parzialmente i milioni di morti fatti in Siberia da Prodi e Fassino. Molti elogi per Bertinotti, ma non per Cossutta che – in base a informazioni riservate – «è il ministro dell’Interno dell’Unione in pectore». Ce n’è abbastanza per «temere per l’Italia», anche perché ultimamente stanno emergendo fatti davvero agghiaccianti: dopo i pensionati assoldati per recitare da poveri sui tram e sui metrò, ci sono i deputati dell’Unione che «si voltano dall’altra parte per non salutarmi». Lui però ha in mente le contromisure. Primo: «Il Ponte sullo Stretto sarà un grande set cinematografico e verranno da tutto il mondo per vederlo» (nei migliori cinema multisala, distribuisce Medusa). Secondo: «Per aiutare i paesi in via di sviluppo, un sistema di amministrazione digitale» (con tanto di impronte). Terzo: «Guerra alle organizzazioni criminali, con le quali siamo assolutamente in lotta» (gruppo di lavoro coordinato da Dell’Utri e Cuffaro). Quarto: caccia ai terroristi, casomai ce ne fosse ancora qualcuno in circolazione dopo che lui, con le nude mani, ne ha «arrestati almeno 200». Quinto: terapie adeguate contro la devianza psichiatrica che porta alcuni italiani a votare centrosinistra: «È una vera e propria forma mentale», denuncia pensoso, trattenendo a stento la molla che gli esce dalla tempia.
Nessun commento.
Commenti chiusi.