CONTRORDINE di ALESSANDRO ROBECCHI (da Paola Bensi)
Vedo che giornali e telegiornali parlano molto delle donne, del corpo delle donne, dei diritti delle donne. Quelli che ne parlano sono uomini, o vescovi, o Giovanardi, il che induce a pensare che non ci sia davvero alcuna pietà per le ragazze. Il fatto che Ruini, Storace e la regione Veneto (con l’appoggio esterno di Casini) vogliano aprire le porte dei consultori ai militanti del movimento per la vita ha del paradossale: prima si è fatto di tutto per impoverire i consultori, minarli, devastarli, e poi si pretende di infiltrarli con quei signori che anni fa se ne andavano in giro con un feto nella ventiquattr’ore. A nessuno sfugge che la nuova impennata di livore antiaborista derivi da un semplice ed elementare progresso scientifico (in cui peraltro l’Italia arriva buona ultima), cioè l’introduzione di una pillola abortiva che permette l’interruzione di gravidanza in modo meno invasivo, doloroso e chirurgico. Insomma, si sa che se non ci sono sangue e lacrime in quantità i cattolici si divertono molto meno, e rischiano di perdere per strada alcuni dei principali pilastri del loro marketing: dolore, sofferenza, violenza sui corpi, senso di colpa eccetera. Già perdono clienti su molti fronti (il fronte delle vocazioni, il fronte dei matrimoni) e veder sfumare gran parte della sofferenza (almeno gran parte di quella fisica) da una scelta che già di suo è sofferta e traumatica li turba parecchio. CONTINUA…
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