di Paolo Beretta
Ho cercato per giorni il modo migliore di definire la condizione di vita/non vita dell’embrione, finché Barbara Melotti non è uscita con la seguente frase: “Finchè un embrione avrà bisogno del mio corpo per svilupparsi e diventare umanità (non vita: vita è anche una foglia)…”. Ecco la battuta buona per tutta questa storia. Un embrione, staccato dalla madre, non sopravvive, non è autosufficiente, quindi non ha vita propria. Non vi piace questa definizione ? Fatti vostri, ne trovo altrettanti a cui piace. Ma il diritto di averla e di agire in base ad essa, quello lo esigo. Che a Ruini piaccia o meno.
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