da Gianluca Freda
“Un comunista dovrebbe credere nelle masse e non pensare che siano quasi dei pirla”. Arienti ha evidentemente sottomano un manuale del perfetto comunista che temo di non avere mai letto. Una cosa però, da comunista che ama andare a braccio, posso dirla: io crederei nelle masse, se solo le masse esistessero ancora. Invece non ne vedo neanche mezza. Tutto ciò che vedo è una folla vociante di individui isolati e anonimi, ognuno occupato a badare agli affari suoi e convinto che in questo risieda l’essenza dell’intelligenza umana. Praticamente dei pirla. Pirla che, presi isolatamente, vengono schiacciati dal potere uno alla volta come insetti fastidiosi. Subito prima delle elezioni del 2001, ogni volta che tentavo di spiegare a qualcuno quanti processi in corso avesse Berlusconi e quanto ladro fosse, la risposta più frequente era: “Allora speriamo che rubi un po’ anche per me”. Ecco, cari i miei pirla, siete stati accontentati. Berlusconi ha rubato un po’ per ciascun italiano, come avrebbe fatto, immagino, ognuno di voi preso individualmente. Individualmente, cioè come un pirla.
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