da Alessandro Ceratti
Accetto la sfida che mi lancia Freda, nel senso che trovo ineccepibile il suo argomento che richiama l’attenzione sulla necessità di una definizione di essere umano. Dare questa definizione è difficilissimo, forse è impossibile. Non è impossibile mantenere invece comportamenti coerenti. Per esempio, se non vogliamo accettare una definizione di tipo puramente genetico (che però non sarebbe malaccio. Come al solito la scienza ci fornisce le risposte forse meno lacunose) e vogliamo attribuire la qualità di “umano” solo a chi elabora pensieri razionali, finirebbero esclusi i neonati e i bambini fino a una età relativamente avanzata e molti individui handicappati. Per coerenza dovremmo renderne legittima la soppressione. Io temo che qualunque tipo di definizione limitativa si voglia dare si finisca poi fatalmente per escludere dal novero degli “uomini” delle ampie categorie che avremmo tutti orrore a pensare di eliminare o semplicemente di non tutelare. (…)
Nessun commento.
Commenti chiusi.