da Vittorio Grondona – Bologna
La guerra, l’omicidio, la violenza, la mafia sono cose tristi del mondo, non solo della nostra vita. Ci possono coinvolgere nostro malgrado ed individualmente potremo all’occorrenza solo difenderci se ne avremo l’opportunità. L’aborto e forse in un certo senso anche l’eutanasia, sono avvenimenti personali e contingenti coi quali nessuno può avere stabilito un preventivo modus vivendi. Alla stregua di indesiderati ed inaspettati ospiti infatti essi possono improvvisamente bussare alla nostra porta ed allora spetterà solo alla nostra coscienza, atea o religiosa che sia, la decisione di farli entrare o respingerli agendo possibilmente nei limiti del lecito di una organizzazione sociale laica, giusta e soprattutto civile. In quel momento così difficile e doloroso gradiremo forse qualche parola buona, ma di sicuro non vorremo subire alcun tipo di imposizione da chicchessia. Se nemmeno Dio ha voluto limitare la libertà della coscienza dell’uomo, con quale diritto allora pretendiamo di limitarla noi?
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