da Gino Roca
Obama non ci ha pensato su due volte. Muovendo appena il polso sinistro (protagonista da qualche mese di questa saga a puntate) ha afferrato una stilografica, ha tolto il cappuccio e su un bel foglio di buona carta, su cui campeggiava la scritta ”Il Presidente degli Stati Uniti”, ha firmato una bella lettera di licenziamento. Destinatario: Rick Wagoner, il boss che ha portato, dicono, la General Motors sull’orlo della bancarotta, quella General Motors che poi è la stessa fabbrica che costruisce la blindatissima Cadillac del presidente. Certo le tre sorelle di Detroit, GM, Ford e Chrysler, sono messe male ma in America quasi nessuno sa che c’è una fabbrica di automobili che continua a macinare utili. Vabbè chiamarle automobili è esagerato. Facciamo automobiline. Quattroruote in miniatura per il divertimento di bambini dai quattro ai settant’anni. Hanno anche loro sul cofano il bel marchio cromato: Mattel. Per produrre un nuovo modello i tecnici impiegano quattro mesi contro i cinque anni che servono ai progettisti delle sorelle grandi che escono dalle catene di montaggio di Detroit. Però. Però la società delle automobiline ha capitalizzato 5,2 miliardi di dollari , il doppio del colosso General Motors. E ieri a Wall Street un’azione Mattel ha chiuso a 11,67 dollari contro i 2,86 dollari della disastrata GM. E questo ci consola perchè vuol dire che in tempi di crisi non solo i bambini ma anche i grandi hanno ancora voglia di giocare. E questo aiuta ad allontanare la ”saudade” perchè come canta Ornella anche se è ”uno di quei giorni che ti prende la malinconia, domani è un altro giorno si vedrà”.
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