da Paolo Cape’
I crediti dello Stato nei confronti di chi aveva all’estero dei bei soldi non erano affatto inesigibili. Se non si fosse fatta la legge sullo Scudo Fiscale prima, e i condoni poi, si sarebbe potuto benissimo recuperare tutto. Vorrei chiarire il concetto con un esempio terra terra. Prendiamo il caso del semplice evasore fiscale. Se lo Stato utilizza i propri poteri di indagine e, anche grazie ai trattati bilaterali di collaborazione tra Stati, scopre che il Sig. Tizio ha 10 miliardi sul suo conto all’estero ed ha sempre dichiarato un reddito di 20 milioni all’anno, partono come minimo le sanzioni per non aver dichiarato l’esistenza stessa del conto; inoltre parte un accertamento a tutto tondo e come minimo gli chiedono un sacco di soldi (con gli interessi e ulteriori sanzioni) per i redditi degli ultimi 5 anni. Con lo Scudo fiscale appena gli arriva un’indagine del Fisco, lui tira fuori la sua dichiarazione riservata e blocca tutto. Questo privilegio aiuta anche il riciclatore di denaro sporco a farla franca. Infatti non di rado i riciclatori vengono scoperti proprio grazie ad una indagine inizialmente fiscale. E’ chiaro che se con la dichiarazione riservata consentita dallo Scudo fiscale si può bloccare tutto, non può essere estesa l’indagine.
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