da Massimo Puleo, Sicilia
Non lo capiscono proprio. Tu glielo spieghi, loro ti guardano, sembrano interessati, poi ti piazzano la frase micidiale: “Tanto in politica sono tutti uguali”, e ti fanno cadere le braccia. Dopo averle raccolte (le braccia) da terra per l’ennesima volta ho deciso che me ne andrò. Io in Sicilia non ci posso più stare, non ci riesco. E’ un luogo denso di atavica rassegnazione, dove la massima aspirazione delle persone è quella di trovare un bel posto in banca vicino casa e di costruirsi la villetta al mare. Stop. Nessuno si lamenta coi politici per i diritti negati: i trasporti, l’acqua, la sanità, il pane! Tutti sono pronti a votare per chiunque prometta un bel posto da precario fisso. Qua si raccolgono così i consensi elettorali, ed allora è colpa nostra se abbiamo i politici che ci ritroviamo. Voi vorreste che qualcuno lottasse contro la mafia? Qua non si lotta per niente. La mafia c’è e quindi ce la teniamo: l’abbiamo trovata, quindi a qualcosa servirà. Molte volte sento avanzare critiche verso quanti abbandonano l’Isola. Ingenerose, perché chi lo fa ha le sue buone ragioni. O vuole sopravvivere o vuole cominciare a vivere senza fare l’eroe. C’è da avere molto rispetto per chi fugge da un luogo dove s’è persa financo la capacità d’illudersi. PS Comunque, se nel blog c’è qualcuno/a disposto/a a mettermi in regola io vengo in Italia di corsa (a piedi faccio prima che con i nostri veloci mezzi di trasporto)
Nessun commento.
Commenti chiusi.