da Alessandro Ceratti
In America è scoppiato il caso della madre del marine morto in Iraq che voleva parlare con il presidente per chiedergli il motivo di quella guerra. Questa circostanza ci può insegnare molto sulla libertà, sulla democrazia e sulla giustizia. Tutte queste cose noi ci ostiniamo a considerarle con dei criteri che spesso si rivelano obsoleti, adatti ad una società che esisteva forse 50 o 100 anni fa. E’ per questo motivo, per questo ritardo, che molti si ostinano a negare la presenza di una dittatura in Italia, perché ancora vorrebbero trovare in giro le SS con gli stivali chiodati. Vediamo invece negli USA che l’unica persona “autorizzata” patriotticamente a chiedere conto della guerra in Iraq a Bush è la madre di un soldato volontario morto in quella guerra. Quando invece dovrebbe essere l’ultima delle persone abilitate a farlo. Milioni di persone si sono accorte dell’assurdità di quella guerra senza bisogno di perderci un figlio ma esse sono azzittite, nullificate come nelle peggiori dittature. Quella donna, a causa del suo sacrificio, diventa invece un referente significativo, quando invece dovrebbe essere ridimensionata a quello che in effetti è: una madre addolorata che piange suo figlio. Ecco, la dittatura, la distorsione della verità, la riduzione della libertà ai giorni nostri avviene in questo modo.
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