di Gian Antonio Stella (sul Corriere della Sera)
«I maneggi di Scalfaro in banca». Ve lo ricordate questo titolo? Venne sparato anni fa, a corredo d’una pagina di intercettazioni dell’allora capo dello Stato, dal «Giornale» di famiglia di Silvio Berlusconi. Il quale, muto allora come il servo di Zorro, scopre oggi la «scandalosità» di «queste intercettazioni telefoniche private» e ammonisce: «Sto scrivendo di mio pugno un ddl per restringere in maniera molto forte la possibilità per chiunque di effettuare intercettazioni telefoniche e di pubblicarle». Bene, bravo. Ma da che pulpito? Certo, non è solo la destra a ricorrere al giochino dei due pesi e due misure. Basti ricordare come sono saltati su leader, mezzi leader e leaderini della sinistra in difesa di privacy e segreto istruttorio ogni volta che la pubblicazione d’una chiacchierata telefonica metteva in imbarazzo qualcuno dell’Ulivo e dei dintorni. Né si possono contare gli innumerevoli inviti a tagliare le manine che volta per volta passavano i brogliacci ai giornali. SEGUE.
Sempre più spesso mi ritrovo orgoglioso di scrivere per il Corriere della Sera. La compagnia è ottima. A Cortina, dopo la presentazione dei libri di Morucci e Lutring, la sera, c’era Gian Antonio che insieme alla Compagnia delle Acque di Gualtiero Bertelli presentava lo spettacolo che prende spunto dal “Maestro magro”. Vi consiglio vivamente di andarci se arriva dalle vostre parti. (csf)
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