da Gianluca Freda
Caro Granata, il suo commento sull’articolo di Fini mi sembra terribilmente fuori luogo ed in linea con quella nobile tradizione italica che vuole che il debole steso al tappeto venga preso a calci dai passanti, essendo il prendere a calci il prepotente che lo ha steso molto più difficile. Fini denuncia una situazione che noi tutti sperimentiamo ogni giorno: chi esprime opinioni coraggiose e non allineate, nel nostro paese viene sistematicamente boicottato ed emarginato. Ci sono persone (ad esempio Santoro e Biagi) che nonostante l’emarginazione riescono a mettere insieme pranzo e cena con facilità; altri, come Fini, ci riescono meno bene; altri ancora, come Riccardo Orioles, non ci riescono per niente. Ma il punto è che le vittime di tutto questo non sono tanto Biagi, Santoro, Fini e neppure Orioles, bensì noi cittadini, che per ascoltare le opinioni di questi giornalisti, o assistere ai loro programmi, siamo costretti ad attendere, spesso invano, che il potente di turno conceda il suo benevolo imprimatur. E’ una situazione informativa da ducato borbonico che sarebbe elegante evitare di avallare, tantomeno con attacchi personali contro coloro che di questa ignominia sono, forse non “vittime”, ma come minimo parte lesa.
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