Ho girato per due giorni con la mia piccola Panda rossa fra valli e passi dolomitici. A Cortina d’Ampezzo ieri sera ho presentato due libri di due personaggi che hanno fatto ( e poi se ne sono pentiti) della violenza la ragione della loro giovinezza: Valerio Morucci e Luciano Lutring. Ho fatto tanti chilometri ma sono contento di averli fatti. Morucci lo conoscevo già. Lo ho intervistato e incontrato un paio di volte. Conosco la sofferenza che si porta appresso insieme alla sua sostanziale coerenza politica. Sa di avere fatto un sacco di cazzate, di aver distribuito inutilmente dolore ma non per questo ha cambiato le sue idee di fondo. Quando si incontra i familiari delle vittime – ha detto – basterebbero tre parole, tutto il resto non serve a nulla. “Perché” dovrebbero dire loro e “Mi dispiace” dovremmo dire noi. Rimorsi? Tonnellate. Ma nessun altro ha rimorsi in questa trementa società? Chi distrugge intere popolazioni inondandole di bombe ha qualche pentimento da mostrare alla gente?Lutring è tutto il contrario. E’ convinto di non aver fatto nulla di male nonostante abbia sulle spalle qualcosa come 250 rapine. E’ molto spiritoso, allegro, orgoglioso delle due bambine che ha allevato, dice una battuta dietro l’altra in dialetto milanese (“Io e Cuccia eravamo colleghi, lavoravamo tutti e due con le banche”, “Oggi i cassieri non mi rispettano più: oggi mi fanno fare la coda, una volta mi servivano subito”. Alla fine Morucci ha detto: “Ho visto solo una volta una delle mie vittime, Teodoli, al processo. Zoppiccava ancora. E’ entrato in aula e ancora prima di guardare il giudice ha guardato me e mi ha sorriso. Non poteva trovare una maniera più efficace per farmi soffrire. E ha fatto bene”.In platea un anziano signore si agitava. Finito il dibattito ha avvicinato Morucci e gli ha sussurrato qualcosa che non ho sentito. E poi se ne è andato verso l’uscita. Ho chiesto a Morucci chi fosse e che cosa gli avesse detto. “Era Emilio Rossi, il giornalista della Rai che fu gambizzato da Adriana Faranda. Mi ha detto: “Visto che le cose stanno così le sorrido anche io””. Ho cercato tra la gente Emilio Rossi e l’ho visto che stava uscendo dalla sala, zoppicando. Sono contento, stasera, di essere tornato a casa fra le mie sicurezze. Non c’è che spaccare la legna per tornare sereno. (csf)
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