da badante rumena di signor Santi Urso
Il signor Urso, che detesta i fatti personali, mi autorizza pero’ a questa breve nota. a) in un salotto perbene ancorche’ garrulo, qual e’ certamente quello del signor Sabelli Fioretti, l’ultima parola spetta sempre e soltanto al gentile padrone di casa, giudice insindacabile d’ogni conversazione. Solo Vittorio Emanuele prende a pugni l’ospite in casa d’altri. Ove il signor Colantuono fosse parte fondante, perche’ estensore o sponsor, del salotto, mi scuso perche’ non ho saputo riconoscerlo in nessuna parte dell’homepage. b) la signora Soncini non (ripeto: non) ha scritto quello che il signor Colantuono e’ riuscito a leggere. Ma su questo e’ giusto non insistere: eventuale interpretazione autentica va lasciata all’autrice, senza interferenze che sono, lo ammetto, maternalistiche c) Ma se non interessa al gentile corrispondente nulla di Guia Soncini e del suo intimo, come mai tanto insiste e tanto s’accalora? (Lo so, domanda senza risposta, come e’stato con eleganza anticipato). Io, benche’ rumena, m’infiammo perche’ penso che se non esistesse bisognava inventarla. E mi spingo a dire che chi, in una eletta cerchia, dice di non conoscerla o di non apprezzarla, mente o non sa leggere. ps. Hasta D’Alema siempre. E niente primarie.
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