da Massimo Mario Aurelio
I clandestini sono perseguitati sinchè stanno nel loro paese, quando sono nel punto di imbarco al limite sono profughi. Perchè non mi pare che da noi arrivino nè tunisini, nè marocchini, nè turchi, nè libici, nè mi risulta che ci sia persecuzione politica o religiosa in Albania. Mi pare invece di capire che ci siano degli organismi internazionali che si occupano dei profughi e dei rifugiati e che a questi sia concesso asilo in maniera piuttosto facilitata, cioè una sistemazione e una piccola fonte di sostentamento. O capisco male? Clandestini diventano quando sbarcano al di qua. E non è una differenza filologica, dato che mangiare, vestirsi e mettersi un tetto sulla testa senza nemmeno mostrarsi è un’attività diciamo quantomeno incerta e fortunosa. Nel mondo la democrazia o quantomeno un abbozzo di diritti umani è un’eccezzione. Tra Europa, Nord America, parte del Sud America e Oceania arriviamo a forse circa un miliardo su otto? La domanda allora è: possiamo noi, diciamo mondo fortunato,. farci carico ognuno di noi compresi vecchi bambini e invalidi, di 7 persone? E se no: come stabilire una selezione? La risposta è ovviamente filosofica, etica, politica e morale, ma anche logistica e non può procedere per la portata del problema su un piano ideologico.
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