di Paolo Beretta
Questa terra é l’Emilia, se non lo sa. Goldoni intorbida le acque come al solito, facendo di due fili d’erba una messe completa, dimenticandosi di un paio di questioni basilari: gli eventi di cui parla si svolsero nell’immediato dopoguerra, dove era difficile distinguere il partigiano dal delinquente (o dal matto): Venturelli fu ucciso il 16 gennaio 1946, Don Pessina il 18 giugno dello stesso anno. Gli assassini di Venturelli non furono identificati, per Don Pessina fu condannato il sindaco di Correggio (PCI). C’é anche da dire che era il periodo in cui i sagrestani tiravano bombe carta nei cortei per poi dar la colpa ai comunisti, ma prendiamola per buona. Mancano poi alla lista altri nomi di uomini di chiesa, uccisi da sedicenti partigiani (sic) e non. Per esempio, don Mario Turci, don Antonio Lanzoni, don Pietro Rizzo, don Pasquino Borghi, don Giuseppe Donadelli ed altri ancora. Questi peró li hanno fatti fuori tedeschi e fascisti.
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