da Feliciano Bechelli
Alle considerazioni di Ceratti aggiungo che, pur essendo cattolico (o forse proprio per questo), anch’io sono un po’ anticlericale. Con il mio precedente post, però, volevo sottolineare come, navigando per siti web, leggendo mail, chiacchierando con amici e conoscenti, da un mese a questa parte ho notato un rafforzamento e un’estremizzazione delle posizioni anticlericali e antiecclesiastiche. Si parte dalla campagna referendaria e, passando dall’8 per mille ai silenzi di Pio XII, si arriva all’Inquisizione o giù di lì, in un crescendo che non porta a niente, se non a feroci polemiche che hanno come esito soltanto l’irrigidirsi della controparte. Un po’ come quando una coppia in crisi inizia una discussione per la spesa al supermercato e si rinfaccia di tutto (“…e l’anno scorso in vacanza…” “sì, e tua madre, allora?” ecc. ecc.) senza arrivare a nulla. Si è detto e ridetto, in questi anni, che la sinistra non può essere soltanto antiberlusconiana, che l’antiberlusconismo – di per sé – è perdente. Bene: cerchiamo di non essere soltanto antiberlusconiani o soltanto anticlericali, proviamo a spingerci più in là, verso una laicità “positiva”, che viva di vita propria a prescindere da Pera e Ruini.
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