da Vittorio Grondona – Bologna
Mi rendo purtroppo conto che è sempre più difficile partecipare alla discussione. Almeno per me. L’economia va a rotoli; il Parlamento in un regime di assolutismo maggioritario fa le leggi per accontentare il Cavaliere ed i suoi amici; la maggior parte delle famiglie non riesce ad arrivare a fine mese; si parla per giorni interi del fantasioso decreto del grande politico Storace che impone ai farmacisti di praticare volontariamente un ridicolo sconto sui medicinali tipo aspirina, mentre quelli che prescrive il medico di base riducono a zero lo stipendio; a suon di fiducia hanno stravolto il sistema giudiziario nell’indifferenza generale senza peraltro precisare dove stanno le innovazioni benefiche per la società, evidentemente sconosciute perfino a chi ha proposto la legge; con l’occasione vi hanno inserito pure un articolo studiato ad hoc per togliere di mezzo Caselli dall’antimafia; cospargono le nostre città di trappole elettroniche indegne di una società che si reputa civile; stanno cedrcando di ridurre la prescrizione per i reati dei grandi malandrini, che riusciranno in questa evenienza a farla franca, per favorire l’iter processuale di una sola persona; il terrorismo ci impone un ritocco repressivo della nostra democrazia proprio mentre siamo impelagati in una nefasta guerra di pace per esportarla; col benestare di Mastella restiamo in guerra in Iraq ancora per sei mesi, spendendo una quantità enorme di quattrini pubblici, mentre non abbiamo macchine e tecnici sufficienti per praticare le terapie ai nostri malati di tumore… Non basterebbero tutte le pagine di Repubblica per elencare le storture che si sono abbattute nel nostro Paese negli ultimi quattro anni di governo ridanciano. E noi parliamo di come si dice fegato in francese e dei nonsensi, carichi d’odio e ripetitivi fino alla noia, della Fallaci… Anche l’italiano è spesso oggetto di discussione, ma purtroppo non è più quello di una volta. Fino a ieri ero convinto che po’ con l’apostrofo stesse per poco. Così almeno mi avevano insegnato quei trogloditi dei miei maestri dell’infanzia. E allora, visto che bisogna ridere a tutti i costi, anche a me era venuto spontaneo scrivere brevemente alcune cose leggere, che sono state però regolarmente censurate. Io non le posso dire. Mica sono Pansa, io!… Pansa invece, che è giornalista ed è quindi libero di dire tutto quello che pensa a prescindere (va di moda questo termine), dice tranquillamente le sue cazzate come ospite del servizio radiofonico pubblico. Nel dirle poi gli vien perfino da ridere…
A prescindere
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