di Serafino Brighenti
L’auspicio di Granata che questo blog diventi una macchina perfetta, senza mai un giorno di pausa, non mi trova troppo d’accordo, sebbene anche a me spiaccia quando per qualche giorno non trovo aggiornamenti. Preferisco però che rimanga così, a dimensione umana, con le relative imperfezioni, e che segua i ritmi, gli impegni e, perché no, gli umori di CSF (alias CISF). Una macchina perfettamente oleata e sempre in funzione richiederebbe una ben diversa organizzazione che inevitabilmente cambierebbe il gusto del blog. Per agganciarmi a uno dei temi ultimi: la stessa differenza che passa tra il sapore di una pagnotta casereccia, cotta in un vetusto forno a legna con qualche bruciacchiatura sulla crosta, e quello del pane industriale cotto elettricamente e venduto asettico nel cellophane.
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