da Pier Franco Schiavone, Milano
A me sembra che a volte ci lasciamo prendere la mano e le spariamo grosse. Serpieri liquida nientemeno che il Corano con un . Cinque paroline. Sul Corano, così come sulla Bibbia, sono stati scritti milioni di tomi e ancora se ne discute. Penso che un pó di cautela ci vorrebbe. Per esempio, è convinto Serpieri di aver interpretato il verbo arare nel modo migliore? È certo che non esistano mille interpretazioni su quel verbo? È sicuro che la nostra lingua renda giustizia al contenuto del Libro Sacro? È certo che in altre lingue sia tradotto in quel modo? Quale versione del corano ha letto? A parte il fatto che è buona norma contestualizzare sempre un principio nell’ambito storico, etnico, geografico e teologico in cui fu enunciato, lo sa che nella Grecia dei filosofi, dove è nata la democrazia, le donne (eccetto le prostitute) indossavano una sorta di burka, non potevano sostare nella stessa stanza ove fosse presente un uomo che non fosse un bambino o un familiare e non potevano difendersi in Tribunale? Serpieri, se tanto mi dà tanto, inutile che poi s’incazzi con Freda.
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