da Alessandro Ceratti
Nella sua lettera sul Live8 M. Poletti ripropone l’idea, peraltro piuttosto diffusa, che la nostra ricchezza sia la causa della povertà del terzo mondo, o, se si vuole, la povertà del terzo mondo sia condizione necessaria per la nostra ricchezza. Non è così. Il cibo troppo abbondante che noi avanziamo nel nostro piatto non va nella pancia del bambino denutrito ma nella spazzatura. E questo non perché noi siamo tanto cattivi o il mondo è governato da diaboliche multinazionali capitaliste, ma perché ci sono 10.000 km di distanza. Mangiare meno, o , fuor di metafora, consumare meno non renderebbe più ricchi i derelitti. Vale piuttosto il contrario. Provate a immaginare quanto più florido sarebbe il meridione d’Italia se al di là del mediterraneo ci fossero paesi come la Svizzera o l’Austria, invece che la Libia o la Tunisia. E credete forse che la Libia o la Tunisia siano più contente di “confinare” con la Sicilia o con il Sudan?
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