da Gianni Guasto
I linguisti sembrano concordi nello sconsigliare il plurale per le lingue straniere: si dovrebbe dire “i film”, “gli sport”, e non “i films”, “gli sports” perché in italiano il plurale con la esse non esiste. Sobbalzo quindi nel leggere “gli imams”, bizzarra declinazione al plurale inglese di una parola araba da parte di un parlante italiano. Qualcuno di madrelingua mi suggerisce che il plurale esatto é “a’ima”, ma chi avrebbe capito? Di qui l’anglicizzazione, sbrigativa e globale. Ma perché non scrivere più semplicemente “gli imam”? Non si correrebbe il rischio di colonizzare in versione macdonald(s) una lingua sacra, specie quando tratta di argomenti sacri. E poi l’incredibile “De Berettae”. Ma dove, ma quando? Se Cicerone avesse dovuto scrivere contro Beretta anziché contro Catilina, non avrebbe potuto declinare quel cognome proveniente dal futuro, e quindi, per lui straniero: avrebbe scritto De Beretta. Ma se poi lo avesse incredibilmente considerato appartenente alla prima declinazione, non avrebbe potuto far altro che scrivere De Beretta, perché “de” regge l’ablativo. Ho scritto. E lo so, Bergamo, che c’è ben altro, in Brasile e sulla terra, ma stamattina mi va così.
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