da Pier Franco Schiavone
Prendo la metropolitana tutti i giorni. Prima mi sedevo e leggevo per quindici minuti estraniandomi. Dal giorno dell’attentato a Londra non riesco più a leggere con tranquillità, guardo le borse degli extracomunitari, cerco di capire dalla loro espressione se sono nervosi. L’altro giorno c’era un ragazzo dalle fattezze nordafricane, un pó agitato, si dondolava sulle gambe, indossava un ampio giubbino; ma come, mi sono chiesto, con sto caldo questo indossa un giubbino? Non ci crederete ma l’istinto mi ha suggerito di scendere alla fermata successiva, Rogoredo. Sono sceso e con me è sceso anche il ragazzo che ha iniziato a correre, per forza era nervoso, stava per perdere il treno. Bel cretino, mi sono detto, però obbiettivamente è difficile in questi giorni a Milano dominare la paura.
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