da Alessandro Ceratti
Io non capisco perché tutti coloro che sono criticati o, peggio ancora, corretti, (Paulon esclusa!) debbano immaginarsi il bloggista che gli fa notare l’errore come un severo e noioso censore, come un’acida maestrina che trova la sua unica soddisfazione nel sottolineare con la matita rossa o blu le imprecisioni degli altri. Boh, uno dice una cosa che secondo me è sbagliata e allora glielo faccio notare. In fin dei conti aporia significa la stessa cosa sia che io sia in vacanza o al lavoro e non devo essere in preda a una crisi di nervi per ricordarlo e farlo ricordare. Mi vien da pensare che forse è il signor Schiavone a non essere abbastanza rilassato per accettare con nonchalance una piccola critica. A la prochaine, Signor Schiavone!
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