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(AGI) – “Sono lieto che Nino Rizzo Nervo, contravvenendo alle piu’ elementari regole di deontologia professionale di qualsiasi azienda, abbia reso noti i dettagli del mio contratto perche’ questo mi consente finalmente di far luce sulla sua genesi e sui parametri che ne ispirarono la struttura”. Bruno Vespa interviene con una nota sulla vicenda del rinnovo del suo contratto con la Rai dopo le polemiche suscitate dall’intervista del consigliere Nino Rizzo Nervo al Corriere della Sera. “Da tempo, prima del 2001, la Rai aveva valutato l’opportunita’ di trasformare il mio contratto di direttore giornalistico in un contratto di collaborazione. Il contenuto e l’importo furono definiti all’inizio di quell’anno, prima delle elezioni politiche, quando l’azienda era governata da un consiglio di amministrazione di centrosinistra. L’importo – lo stesso di oggi – fu stabilito dal direttore generale Claudio Cappon ed era un compenso per puntata pari al 15 % in meno di quanto concordato con Fabio Fazio per una seconda serata su Rai 2 che poi non si fece e con Gad Lerner per una terza serata del sabato di argomento religioso su Rai 1, anch’essa poi sfumata. Chiamo a testimoni due gentiluomini come lo stesso Cappon e Giancarlo Leone, allora direttore della prima divisione Rai. Si aggiunga che, al contrario di tutti gli altri colleghi con contratto esterno, io lasciavo la Rai con 39 anni di servizio e una liquidazione netta di 300 milioni di lire. Mi usi Rizzo Nervo la cortesia di citare gli importi ricevuti dai miei successori alla direzione del TG1 in proporzione agli anni di servizio. Queste erano dunque “le amicizie e le appartenenze” cui si riferisce Rizzo Nervo. La trattativa economica fu assente, al punto che il mio avvocato Giorgio Assumma rinuncio’ alla parcella”. “Quando il primo contratto e’ scaduto nel 2004, il nuovo direttore generale Cattaneo – aggiunge ancora Vespa – si e’ limitato a copiare il contratto Cappon anche nel contenuto economico. Il solo numero di puntate fu ridotto a 100 per recuperare lo svantaggio che si era determinato con altre situazioni. Questo importo restera’ inoltre fisso per i prossimi 5 anni. Prego il consigliere Rizzo Nervo di pubblicare il costo di Porta a porta e i profitti pubblicitari che il programma rende all’azienda. Se egli avra’ inoltre la cortesia di informarsi sugli altri contratti di collaborazione della Rai e delle aziende concorrenti potra’ trarre utilissimi elementi di confronto. Rizzo Nervo sa, come tutti, che io sono stato sempre contrario alla cancellazione dei programmi di Enzo Biagi e Michele Santoro. Ma vista la cura con cui rispetta il segreto industriale, e’ la persona piu’ adatta a rivelare finalmente quanti miliardi sono stati corrisposti ad Enzo Biagi per evitare polemiche con la Rai sulla sua vicenda”. “Un’ ultima annotazione. L’urgenza di definire l’opzione – spiega ancora Bruno Vespa – e’ nata da un’opportunita’ di cambiare azienda”. “Ho sempre detto che sarei restato alla Rai fino a quando la Rai lo avesse voluto. Mentre in questi giorni ho tenuto e terro’ conferenze sul fenomeno “Porta a porta” da Barcellona a Londra (i giornali spagnoli vi hanno dedicato pagine intere), mentre sullo stesso tema una delle piu’ importanti reti televisive cinesi ha preparato un programma monografico, il giornale diretto da Rizzo Nervo scrive a proposito del mio nuovo contratto che averlo firmato non significa dovermi fare apparire. L’ideale per dimostrare la neutralita’ ideologica del consigliere e per lavorare con serenita’ soprattutto alla vigilia di una impegnativa campagna elettorale” conclude Vespa.
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