di Silvia Palombi dal lago di Como
Sarò breve e forse un po’ dura ma c’è una cosa che mi sta sul gozzo da un po’ e anche se non troverò le parole più adatte avrete pazienza, spero. Ho appena letto che la signora X ha dichiarato al quotidiano Y che, dato il dimagramento lento e inesorabile del suo portafoglio, il pane che avanza la sera non lo butta più ma lo mette nel freezer. Tutti noi che stiamo nel mezzo stiamo modificando il modo di fare la spesa, io mi considero una privilegiata e non mi lamento di sicuro, ma il supermercato biologico non me lo posso più permettere regolarmente come facevo prima, così come al cinema e al ristorante vado molto meno. Però il cibo non si butta, MAI E PER NESSUNA RAGIONE! Nemmeno prima. Su questo non transigo, per educazione familiare, idiosincrasia di qualsiasi spreco e rispetto nei confronti di chi, con il pane e chissà cos’altro, che la signora X senza pudore né pensiero buttava nella mondezza, ci campa un giorno o più. Allora ecco il rospo: per questa funzione da correzionale questa recessione è benedetta. Non dico che sarebbe bene tornare a comprare un paio di scarpe solo quando il calzolaio dice che non si possono più risuolare, ma che la gente si senta infelice perché di scarpe ne ha 10 paia e ne vorrebbe 20 francamente non ne posso più. Sic et simpliciter.
Nessun commento.
Commenti chiusi.