da Gianluca Freda, Arezzo
Cara Paulon, ferma restando la necessità – e la convenienza – di contenere n dibattito entro i limiti dell’educazione (che non mi pare d’aver trasceso), io ho sempre pensato che un dialogo si fondi sul confronto, non sul rispetto. Il rispetto rende il dialogo inutile o talmente noioso che la gente cambia canale. Il “rispetto” mi è sempre apparso come una delle tante favole ipocrite del potere, inventate per relativizzare le sue pratiche ignobili generando verso di esse agnosticismo e indifferenza. Il rispetto èil dito dietro il quale si nasconde chi non sa come sostenere le proprie posizioni, come tragicomicamente dimostrano le esternazioni di certi indecenti figuri di destra che invocano il rispetto del proprio diritto di aggredire e insultare. Le chiedo pertanto di essere esentato dall’obbligo di rispettare chi non fa il proprio dovere di cittadino (o lo fa eleggendo individui che considero immondi), obbligo a cui mi è fisicamente impossibile ottemperare. O così o si costringe il dialogo all’asfissia, ed è questo, casomai, che denota un’assoluta mancanza di rispetto per l’interlocutore.
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