da Paolo Capè, Milano
Non condivido nulla di quanto scrive oggi il Sig. Pino Granata. Frequento i tribunali tutti i giorni (faccio l’avvocato); conosco perfettamente le disfunzioni e i ritardi della macchina della Giustizia. Conosco anche giudici che lavorano di più ed altri che lavorano di meno. Non sono affatto strapagati. I motivi della lentezza delle cause sono due: a) le cause sono moltissime e i giudici troppo pochi; b) la procedura, sia civile sia penale, sembra fatta apposta per dare appigli all’avvocato che vuole “tirare tardi”. Segnalo un dato; solo a Milano ci sono più di 10.000 avvocati; i magistrati in tutta Italia (civile, penale e amministrativo) sono 7.500. Ditemi voi come può funzionare il sistema. La riforma approvata ieri dal Senato, lungi dall’affrontare e/o risolvere almeno in parte i problemi, ha come unico scopo quello di mettere i magistrati sotto un maggiore controllo politico. Da ciò non può derivare alcun beneficio per i cittadini, anzi. Né potrà accorciarsi di un sol giorno la durata dei processi, anzi. Se poi si aggiunge la palese incostituzionalità di alcuni articoli, ce n’è abbastanza per protestare.
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