CONTRORDINE di ALESSANDRO ROBECCHI (da Paola Bensi e Giulia Fiorani)
Quando avete finito di elencare i declini del nostro paese, economico, politico, imprenditoriale, occupazionale, morale ecc. ecc., aggiungete, se avete tempo, anche un certo qual declino culturale. Oddio, forse “culturale” è parola grossa (e in più non saprei come mimarla a Calderoli), ma si può dire che una certa deriva trash del potere sta avvolgendo il paese come un gas esilarante. Intendiamoci, il potere è sempre un po’ ridicolo di suo e lo è sempre stato, ma una volta, almeno, aveva fatto la terza media. E’ talmente fitta, questa vaporizzazione di scemenze nell’aria che si fatica a distinguerne i contorni, ci si perde nel valutare caso per caso. Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: quando nei bar, invece che della partita, si parla delle interviste di Anna Falchi, vuol dire che l’encefalogramma collettivo sta al minimo storico. Mentre un palazzinaro ben fornito assalta il primo quotidiano italiano, la first-signorina del Corriere racconta di rose rosse e scie di profumo e precisa – ce ne fosse bisogno – che il patrimonio del suo fidanzato (alcune migliaia di milioni di euro) dipende dal fatto che ha cominciato a lavorare a 14 anni. Le regala i pagliaccetti per la notte. Le ha regalato un aspirapolvere. Lei del Corriere quel che preferisce è Alberoni. Quando giri pagina (o cambi canale) ecco invece i giovani impegnati per il sociale e la solidarietà. Sono i ragazzi e le ragazze di Milano Young, che si chiamano Tronchetti, Berlusconi, Moratti, Versace, Ligresti e altri, con l’appoggio di un young La Russa. CONTINUA…
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