da Gianluca Freda
Ho enormemente apprezzato il gesto di rottura di Francesco Rutelli con la lista unitaria dell’Ulivo. In un colpo solo Rutelli: ha compiuto un gesto coraggioso, che non è mai brutto a vedersi; ha gettato le basi del primo, vero partito di destra dell’Italia futura, un partito di destra finalmente presentabile; ha messo una pietra tombale sul dannato riformismo, che non se ne poteva più; ha dato un’identità politica al suo partito, e costretto i Ds a cercarne per il loro una meno confusa; ha separato, una volta per tutte, l’antiberlusconismo di destra da quello di sinistra, ponendo fine a un orrendo equivoco; ha lasciato Fassino, D’Alema e la loro prepotente sicumera con un palmo di naso; ha consentito all’avversione di gran parte della sinistra per la Margherita e il suo leader di essere finalmente eterodiretta. Dice: e se poi perdiamo le politiche? Fesserie. Penso sia più facile vincere avendo un’identità multipla che con la sola paura di avere un’identità.
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