da Massimo Puleo
Negli anni del terrorismo ero bambino, ed ero in Sicilia, regione che obiettivamente ha una storia un po’ diversa da quella dell’Italia. Ricordo perfettamente, però, l’atmosfera plumbea del sequestro Moro; ricordo il corpo dello statista rinvenuto dentro una Renault 4 (lo stesso modello d’auto che aveva mio fratello!). Mi impressionò terribilmente, alla stessa stregua della visione di quei politici (lo stato maggiore della DC) con l’aria di chi non sapeva che pesci pigliare. Se Cesare Battisti, in qualche modo, è tra i colpevoli degli anni di piombo, se ha ucciso, se ha fomentato quel clima, se non ha pagato per i suoi misfatti, allora è sacrosanto che si accomodi in una cella delle nostre patrie galere. Siccome mi risulta che sia proprio così, non capisco proprio i tentennamenti di una parte non trascurabile di intellettuali “carlabruneschi”, e mi viene da pensar male. Nel mio piccolo, comunque, non comprerò mai un libro della signora Fred Vargas, e cercherò di informarmi sullo stato di salute della signora Marina Petrella.
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