da Guido Maselli, Genova.
La recente riforma spagnola in materia di unione coniugale, mi ha riportato in superficie un vecchio, forse neppure troppo originale, sogno: quello di una società in cui lo stare insieme non sia un macigno. Una società di cittadini che, per regolare i loro rapporti sotto le lenzuola e fra le mura di casa, possano farlo autonomamente. Dove l’intervento della magistratura sia l’eccezione e non la regola. Unione (matrimonio ha una connotazione sacramentale che mal si addice ad una società laica) intesa come contratto rescindibile per volontà di una delle parti in qualunque momento, fermo restando l’adempimento degli obblighi di natura civilistica che le leggi dovranno fissare. So che, a breve, è un’utopia, ma potrebbe essere un obiettivo, un traguardo da raggiungere, tappa dopo tappa. Marzullianamente: i sogni aiutano a vivere? Facciamoci la domanda, ma soprattutto cerchiamo la risposta.
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