da Antonio Leonforte, Roma
Non ho una grandissima cultura politica, e confesso che non saprei argomentare la simpatia che nutro da sempre per il centro-sinistra e più in generale per i valori di una certa sinistra democratica e moderata. Anzi a volte ho perfino il sospetto che “di sinistra” si nasca, o comunque si diventi già assai piccoli, quando ci si trova, senza sapere bene perché, a difendere il compagno di scuola col grembiule sdrucito, piuttosto che unirsi al coro di quelli che lo deridono. Oppure quando si fa attenzione a fare la pipì nel water per non far lavorare inutilmente la bidella. E che emozione, quando tempo fa lessi su un manifesto “I care”. Che bel manifesto. Quasi finalmente capivo come mai avevo sempre votato a sinistra. Ed ecco che ieri, proprio sotto casa, trovo un manifesto di Rifondazione urlare a caratteri cubitali che “il lavoro è un diritto” (non uso le maiuscole altrimenti CSF si inquieta). Ma qualcuno mi spiega che vuol dire, in una economia di mercato ? Capisco il diritto allo studio, ma il diritto al lavoro non mi pare molto diverso dal diritto al sei politico. A volte penso davvero che questa “sinistra”, con l’obiettivo impossibile di garantire tutto a tutti, mi pare in realtà garantisca soprattutto la sua stessa (sterile) sopravvivenza.
Nessun commento.
Commenti chiusi.