da Davide Taschini (come risposta a Ceratti)
La stretta berlusconiana sulla Rai rivaluta, e di molto, l’uso della parola regime, tanto sconci sono alcuni scampoli dell’informazione televisiva: vedi il terrificante “Punto e a capo” sui fatti di Genova. Eventuali confronti con l’epurato Santoro sono tecnicamente improponibili: non solo perchè Santoro, a fronte del giornalista Masotti, era un mostro di pluralismo, quanto perchè gli esiti professionali e commerciali delle due trasmissioni sono agli antipodi. Santoro valeva milioni di spettatori, Masotti una desertificazione dell’audiance.Questa, a ben vedere, è la più clamorosa prova a carico dello stato maggiore berlusconiano. Smaschera il presunto efficientismo del governo-azienda, evidentemente disposto a perdere audiance (tanto è denaro pubblico…) pur di garantirsi il controllo politico dell’informazione. Secondo la logica sbandierata del berlusconismo una trasmissione di destra che facesse ascolto dovrebbe essere benedetta, e una di destra che non facesse ascolto inesorabilmente bandita. Invece a chiudere i battenti sono stati programmi di grande seguito, ma considerati “comunisti”, rimpiazzati da programmini-megafono di nessun successo. Non è affato vero, dunque, che questo sia il governo del profitto. E’ il governo del potere a qualunque costo. Comandare è meglio di fottere, e perfino meglio che fare quattrini.
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