da Alberto Arienti
Mi pare che il vero problema in Italia sia la mancanza di terzini (di cui andavamo fieri una volta) piuttosto che quella dei terzisti ristilizzati da Mieli. I primi sono indispensabili alla nazionale mentre i secondi sono fuori dalla nostra tradizione di iperschierati, dai guelfi-ghibellini ad oggi. Sarebbe più utile nei giornali ufficialmente definiti indipendenti, una maggior dose di obbiettività invece del cerchiobottismo imperfetto che impera. Vorrei anche capire se Mieli si ritiene un terzista, un cerchiobottista o che cosa.
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