da Virgilio Mancini
Mi scusi signor Russo Seminara, ma davvero non riesce a cogliere la differenza tra un terrorista e un resistente? Terroristi sono, ad esempio, coloro che si fanno esplodere negli autobus, resistenti sono quei militanti armati che sparano contro i tanks americani. Se in alcuni casi le due cose coincidono, non è detto che debba essere così per tutti. La galassia degli insorti iracheni è formata da una miriade di sigle e di gruppi, parte di questi fanno capo a Zarkawi, altri sono baathisti, nazionalisti, nasseriani o patrioti religiosi che non c’entrano un fico secco con Al Qaida. Altri ancora poi sono semplici delinquenti che sfruttano il caos per fare i loro affari. Perché dobbiamo essere così manichei allora? Non ho dubbi nel chiamare terrorista uno che piazza una bomba in mezzo ad una processione religiosa, ma non me la sento di definire tale un padre di famiglia che mette mano al fucile per difendere la propria famiglia e la propria città da truppe che la stanno distruggendo e bombardando oppure un giovane che lo fa in virtù delle sue idee politiche. Anche il suo Bush fece dei distinguo, ricorda?
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