di Marco Travaglio (dall’Unità del 16 febbraio 2005)
Debilitato dai postumi della bronchite del Male, ma soprattutto messo alle corde dalle incalzanti domande di Anna La Garofana, l’altra sera il Cavalier Peluria è apparso in leggera difficoltà. Saranno state le vertigini provocate dal cuscino a sei piazze sistemato sulla poltrona per non dover segare le gambe alle telecamere, saranno state le stigmate aperte sulla sacra nuca dal vile cavalletto («ne porto ancora i segni»): fatto sta che il Foltocrinito di Arcore non ha ancora ripreso conoscenza. Dimentica, rimuove, confonde. Prima denuncia la «canea di giornalisti plaudenti», mettendo in allarme Anna La Garofana, che temeva ce l’avesse con lei (poi s’è chiarito che parlava del congresso Ds). Poi cita ancora una volta l’Unità, sempre in cima ai suoi pensieri (e non solo ai suoi): «Mi hanno chiamato mostro bavoso, re dei bari, Peròn di plastica». Eccoli, i danni irreversibili inferti dal maledetto cavalletto: il Foltocrinito confonde l’Unità col Giornale e con la Lega Nord. È stato Paolo Guzzanti a scrivere «mascalzone bavoso». Ma non di Berlusconi: di Prodi. Che ora attende le sue scuse, prima di confrontarsi in tv. CONTINUA
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