da Vittorio Grondona
Cosa credevano i pendolari? Forse erano convinti che acconsentendo senza battere ciglio che si attuasse la privatizzazione della ferrovia i nuovi padroni avessero fatto i loro interessi? O forse credevano che i sindacati tutti, i cui capi attraverso i meccanismi oscuri della concertazione, senza aver mai lavorato in “trincea”, sono diventati i maggiori dirigenti delle società pubbliche privatizzate, li avessero difesi? Oppure ancora che le Regioni e le (inutili) Province, in realtà ormai più attente agli interessi politici che alla cosa pubblica, avessero veramente a disposizione l’enorme quantità di quattrini necessaria a contenere nei limiti sociali i costi del trasporto locale su rotaia e la necessaria esperienza per gestire convenientemente un sistema così complesso? Non è così! I nuovi padroni della ferrovia vogliono giustamente lucrarci sopra e le Regioni e le Province devono escogitare giorno per giorno come barcamenarsi. (…)
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